L’estate è un ricordo. E tra un mese è dicembre. L’inverno sta arrivando.

Dopo un’estate bella e particolarmente calda le temperature si sono già abbassate. E i meteorologi come ogni anno litigano tra loro: c’è chi dice che questo sarà un inverno di freddo siberiano, chi invece afferma che le temperature resteranno sempre sopra gli zero gradi. Il freddo in ogni caso arriverà: come prepararsi?

Abbiamo rivolto alcune domande a Claudio Pianegonda, presidente del Consorzio di Cooperative Edilizie Cerv.

Qual è la prima cosa da tenere in mente per prepararsi all’inverno?

Nelle case dotate di riscaldamento autonomo, rima di tutto bisogna rivolgersi al caldaista, figura specifica che può essere dell’azienda produttrice della caldaia o un tecnico di un centro assistenza abilitato. Bisogna controllare con un’ispezione l’efficienza della caldaia, verificare i fumi e compilare il relativo libretto di impianto. Questo ci permette sia di rispettare la normativa, sia di aumentare l’efficienza energetica: avere una caldaia “ok” significa di fatto stare più al caldo spendendo di meno e rispettando di più l’ambiente.

Quando va effettuata la verifica?

La legge prevede una volta l’anno. Ogni caldaia ha un libretto che la accompagna per tutta la vita e riporta tutti gli interventi e controlli che vi vengono effettuati. Il 15 ottobre è scattata la possibilità di accendere gli impianti di riscaldamento nelle case e negli ambienti pubblici.

Al di là della caldaia, cos’altro c’è da fare?

Sembra una cosa di poco conto, ma è fondamentale: dopo mesi di “riposo” i caloriferi hanno accumulato sulla superficie molta polvere. Se questi vengono accesi prima di essere puliti da cima a fondo la polvere con il calore si solleva e si diffonde per tutta la casa, provocando disagi alle persone che la abitano. Prima di accendere per la prima volta il sistema di riscaldamento, occorre quindi assolutamente spolverare e pulire a fondo i termosifoni.

Con i nuovi impianti di riscaldamento a pavimento i termosifoni sembrano destinati all’estinzione…

Sì. Nel 99% delle nuove case si preferisce utilizzare un sistema di micro-condotte che si trovano appena sotto al pavimento. In questo modo, con acqua meno calda rispetto i tradizionali caloriferi, a soli 25 o 26 gradi, si può scaldare con successo intere stanze, con una temperatura uniforme al loro interno. Con i termosifoni, invece, le differenze di temperatura si notano. Assieme agli impianti di riscaldamento a pavimento si usano nuove caldaie a condensazione, sistemi che permettono di riciclare le emissioni dei fumi della caldaia per scaldare altra acqua.

Cosa può fare un possessore di una casa vecchia?

Dipende: se un’abitazione è davvero fatiscente e urgono lavori molto approfonditi, allora forse conviene installare un impianto di riscaldamento a pavimento e una caldaia a condensazione. Se invece la casa necessita di piccoli interventi, ora esistono delle tecnologie che permettono di ottimizzare i vecchi radiatori. Con alcune valvole termostatiche che interagiscono tra di loro, con una centralina programmabile via wi-fi e con l’installazione di una caldaia, si possono avere temperature diverse nelle varie stanze a seconda del bisogno. Un intervento così non comporta la rottura di muri e pavimenti e può far risparmiare a una famiglia il 40% delle spese di riscaldamento. Interventi come questi godono tra l’altro di una detrazione fiscale del 65%, che non è poco.

Altri suggerimenti?

Bisogna controllare che i serramenti abbiano tenute e guarnizioni in ordine, con chiusure ermetiche. Non di meno, bisogna sempre garantire il ricambio d’aria: non potendo tenere le finestre aperte di notte, come in estate, è necessario aprire porte e finestre per periodi più brevi ma più frequenti nell’arco della giornata, in modo che l’aria non possa raffreddare la muratura interna.