Microguida a classi energetiche e agli altri indicatori con cui conoscere in anticipo i consumi

“Classe A”. Un termine ormai accompagnato a quasi tutti gli annunci immobiliari, collegato quasi sempre alla promessa di risparmi record sulla bolletta per il riscaldamento.

Ma che cosa sono queste Classi energetiche? Sono davvero l’unico elemento di cui tener conto per capire quanto consumerà la casa dei nostri sogni? Lo chiediamo all’Architetto Daniele Raffaelli, responsabile produzione del Cerv.

Arch. Raffaelli, ci può spiegare cosa sono le Classi energetiche?

Le classi energetiche, classificate con una lettera (Classe A, Classe B…), ci aiutano a identificare una prestazione energetica teorica, cioè l’efficienza di un’abitazione. Prendono cioè in considerazione, per una casa, diversi fattori: come viene prodotta l’energia, come viene consumata, come viene dispersa. Si tiene conto del riscaldamento degli ambienti e dell’acqua, ma anche dell’aria condizionata in estate. Tutti questi elementi vengono poi incrociati con il grado di isolamento dell’abitazione, ovvero quanto muri e finestre siano in grado di tenere dentro il caldo d’inverno e il fresco d’estate. Puoi anche produrre e utilizzare l’energia in maniera efficiente, ma se poi la tua casa è un colabrodo, la Classe energetica crollerà inesorabilmente.

Ma, in concreto… cosa può far salire la Classe della nostra casa e cosa può farla scendere?

Sicuramente, tra i fattori che possono proiettare una villetta o un appartamento nell’Olimpo della Classe A sono i pannelli solari e quelli fotovoltaici, ma anche una caldaia efficiente, un sistema di isolamento moderno composto da vetri a tripla camera, murature efficienti, serramenti all’avanguardia… Tra i tanti fattori che invece possono peggiorare la Classe, oltre alla carenza di sistemi energetici e di isolamento moderni, ci sono ovviamente i fattori ambientali: una casa con la facciata rivolta a nord disperde molto più calore rispetto alla stessa abitazione con vista a sud. Allo stesso modo, una casa in una città dal clima mite come Napoli, con molti giorni di sole all’anno, avrà una Classe energetica molto più alta rispetto alla sua gemella di Firenze o di Trento.


La Classe energetica, da sola, può indicarci quanto spenderemo per riscaldare casa?

Non esattamente. Accanto alla Classe energetica c’è un altro indice da prendere in considerazione, ignorato quasi da tutti, che riporta la Prestazione Energetica Globale (EPgl). L’EPgl ci mostra il consumo effettivo per metro quadrato per riscaldare/raffreddare casa. Uno degli elementi che determinano l’EPgl è il rapporto tra la superficie disperdente (le murature esterne) e il volume lordo riscaldato (S/V). Più questo indice è alto, più anche l’EPgl è alto e di conseguenza anche i consumi.

Dietro a queste sigle si nasconde una logica semplicissima: una villetta isolata, magari di un unico piano e sviluppata in lunghezza, avrà un indice più alto, in virtù del rapporto tra le – tante – mura esterne e il – poco – volume interno. Viceversa, un appartamento con lo stesso volume, confinante con altri appartamenti avrà molte meno pareti rivolte all’esterno, e dunque avrà un indice EPgl (e dei consumi) ridotti.

Può succedere che una casa in Classe energetica superiore, a fronte di un indice EPgl alto, causato da un rapporto tra superficie disperdente e volume riscaldato alto (S/V), arrivi a consumare molto di più un’altra casa di Classe energetica inferiore ma con un indice EPgl più basso grazie a un basso rapporto S/V.

Ci può fare degli esempi pratici?

Certamente: un’abitazione medio-piccola di 70 metri quadrati in Classe A con un rapporto S/V di 0,83, arriva a spendere 333 euro all’anno di riscaldamento, mentre la stessa abitazione, seppure in Classe B, ma con un rapporto S/V di 0,27, spende solo 277 euro all’anno, quasi 50 euro in meno. Le differenze di spesa diventano via via più sostenute se scendiamo alle classi inferiori: due case di 70 metri quadrati, entrambe in Classe C, ma con rapporti S/V diversi, possono pagare una 381, l’altra 666 euro all’anno di riscaldamento. Quasi il doppio.
Ovviamente queste sono calcoli teorici, frutto di modelli altrettanto teorici, ma abbiamo sperimentato la loro aderenza alla realtà in tante abitazioni da noi realizzate in questi anni.

Che consiglio darebbe a chi sta cercando casa?

State attenti: oltre alla Classe prendete sempre in considerazione l’indice EPgl, che ricordo gli inserzionisti devono obbligatoriamente pubblicare nei loro annunci commerciali.

Non rinunciate mai, se possibile, a pannelli solari e fotovoltaici, capaci di offrire, oltre che un beneficio ambientale per la minor CO2 e le minor polveri sottili emesse nell’atmosfera, anche contributi economici pesanti ai nostri portafogli in termini di risparmio energetico.

La tecnologia, associata a una progettazione bioclimatica, sta facendo davvero dei passi da gigante: se andremo avanti di questo passo arriveremo ad avere, nel giro di pochi anni, abitazioni che provvedano autonomamente alla propria energia. Gli strumenti già ci sono: alcuni prototipi sviluppati in Austria permettono la costruzione di abitazioni con laterizi riempiti di lana di roccia che garantiscono livelli di isolamento mai visti prima. Ma sono tante altre le possibilità che i progressi nel campo edilizio ci offrono, se solo sapremo sfruttarle. Di una cosa sono certo: le case che costruiremo dal 2020, nel rispetto degli obiettivi europei, saranno tutte in Classe A+, in grado di riscaldarsi e produrre acqua calda con poco più di 100 euro l’anno, e con un impatto ambientale quasi uguale a zero. Un sogno, rispetto alle migliaia di euro che molte famiglie ancora pagano ogni inverno.