Come far sì che una vecchia casa in legno, pietra e mattoni faccia a vista sia sicura

C’è chi ama il vintage, l’antico, il “caratteristico”. E dunque, quando cerca la sua “nuova” casa, non può non guardare con interesse a rustici, antichi caseggiati, palazzi signorili con tanti anni alle spalle. L’ingegner Carlo Kehrer di Calalzo, esperto in staticità degli edifici, offre i suoi consigli a chi vuole vivere in un pezzo di storia: «Quando si effettua un sopralluogo in un’abitazione usata bisogna sempre farsi accompagnare da un esperto. Un impiantista valuterà se le tubature e il sistema elettrico sono ancora validi: di norma, però, dopo 50 anni tutti gli impianti vanno rifatti. Un esperto di staticità invece vedrà se ci sono segni di cedimento o di malessere del fabbricato, come fessurazioni, cedimenti delle fondazioni, solai abbassati, degrado di calcestruzzi dai quali affiorano i ferri d’armatura».

Aggiunge l’ingegner Mauro Zangrandi: «A volte, per conoscere la tenuta di un edificio, può essere utile osservare stabili simili, della stessa età, che si trovano in zona, vedendo se anche in essi ci sono crepe o cedimenti».

Il legno è uno dei materiali più usati nelle costruzioni di più di 50 anni fa: nonostante stia tornando alla ribalta grazie a nuove tecniche provenienti dal Canada, dalla Germania e dal Nord-Europa, quando è lì da decenni, se non da più di un secolo, può essere soggetto ad alcuni problemi a cui porre rimedio: «Il legno si trova soprattutto nei solai – continua l’ingegner Kehrer – ma anche nelle travi portanti di rustici e antiche abitazioni. Bisogna verificare le deformazioni dei solai, se fanno “pancia”, se vibrano quando ci si cammina sopra».

Gli fa eco l’ingegner Zangrandi: «Molti fanno l’errore di considerare i solai di una volta capaci di sopportare lo stesso peso che chiediamo ai solai di oggi. Installare nuovi impianti, come il riscaldamento a pavimento, o posare piastrelle più pesanti senza prima aver verificato l’effettiva tenuta dei solai possono mettere a rischio la sua tenuta». Continua Kehrer: «Quando parliamo di legno bisogna sempre verificare il suo stato di salute: un tecnico, con fori e assaggi, può sempre capire se le teste di muratura, ovvero i punti in cui le strutture di legno si uniscono alle mura portanti della casa, sono degradate da insetti o sono marcescenti. Le strutture di legno soffrono soprattutto nelle pareti a nord, quelle che non si trovano mai esposte alla luce e al calore del sole».

Oltre al legno, materiale di costruzione usato molto in passato è la pietra: «La pietra non viene di norma più usata almeno dagli anni ’60. Anche in questo caso, per valutare la stabilità di un edificio deve per forza intervenire un tecnico, che con un sondaggio capirà la tenuta delle malte e delle strutture».

Anche il classico mattone è cambiato molto nel corso degli anni: «C’è chi compra dei rustici con dei “mattoni faccia a vista” di vecchio stampo. Parliamo ancora di mattoni pieni, non di forati utilizzati oggi. I forati, infatti, sono più leggeri, offrono maggiore stabilità e contribuiscono all’isolamento termico. Per mantenere l’estetica esterna delle vecchie abitazioni, e al tempo stesso rafforzare stabilità e l’isolamento, può essere necessario costruire una seconda parete interna che faccia da cappotto, oppure effettuare il consolidamento con il posizionamento di una serie di pilastrini e travi in ferro. Bisogna infatti tener conto dei possibili vincoli delle Belle Arti».