Nessun uomo è un’isola. E nessuna casa sta in piedi da sola. C’è sempre una città e un paese dentro cui è inclusa. C’è sempre un terreno dove poggia. Non c’è città uguale all’altra, non c’è terreno uguale all’altro. Conoscere questi fattori è fondamentale, soprattutto per premunirsi contro rischi quali cedimenti, smottamenti, allagamenti e terremoti, non rari – purtroppo – nel nostro Paese.

Informarsi, per l’ingegner Mauro Zangrandi, calcolatore di strutture molto conosciuto e stimato nel suo campo, è il primo passo: «Se uno compra una casa a Venezia dovrà sapere se quella zona è soggetta all’acqua alta. Non si può comprare una casa, nuova o usata, senza conoscere la storia di dove si trova. Nelle città si è più garantiti, ma nei paesi è meglio fare qualche ricerca: in pianura o in collina si può presentare il rischio di esondazioni di fiumi o anche di locali allagamenti, in montagna bisogna fare attenzione a smottamenti e frane».

Ma non si può costruire una casa senza tener conto del terreno sul quale viene edificata. Racconta l’ingegner Carlo Kehrer: «È sempre necessaria la presenza di un geologo per aiutarci a capire con che tipo di terreno abbiamo a che fare. Grazie alle conoscenze preesistenti e ai carotaggi, che estraggono dal terreno campioni fino a 10, 15, 20 metri, possiamo avere un’idea chiara sulla terra che ci sta sotto i piedi: tutta l’area del futuro edificio viene analizzata perché c’è sempre la possibilità di avere un’ala che poggia su un tipo di terreno e l’altra su un tipo di suolo molto diverso». Questi dati acquisiti dal geologo passano al geotecnico: «In base alle sue valutazioni, il geotecnico attribuirà al terreno diversi parametri di resistenza con i quali si andrà a dimensionare le fondazioni». Vasta la “scelta” di terreni in Veneto: «C’è di tutto: dalla nuda roccia ai terreni alluvionali, dai suoli argillosi alla palude». Ma c’è sempre una soluzione: «Spesso ricorriamo a palizzate, che trovano i fondamenti sulla roccia dura e sul terreno più resistente anche a 15 o 20 metri di profondità».

In Veneto, poi, c’è sempre da tener conto dell’acqua. E non sono quella dei fiumi, ma anche quella che arriva dal sottosuolo: «Il geologo e il geotecnico devono tener conto anche dell’altezza della falda sotterranea», certifica Kehrer. «A Padova la falda è di norma bassa, ma in altre zone, come Treviso siamo già a uno o due metri dal livello campagna. In questo caso, saranno i tecnici a stabilire se convenga realizzare un “vascone” che impermeabilizzi la base della casa. In presenza di possibilità di allagamenti, saranno i tecnici a sconsigliare la realizzazione di garage interrati e di taverne».

Tra le variabili di cui tenere conto c’è sicuramente il rischio sismico: «In Veneto questo rischio è ridotto al minimo – spiega Zangrandi – in più bisogna tener conto che i fabbricati di recente costruzione, secondo tutte le normative, devono reggere le scosse telluriche. Anche le case più vecchie hanno garantito negli anni sufficiente sicurezza. Questo però non ci esime dal dotare tutte le nuove abitazioni delle migliori tecnologie antisismiche, specie aree come quelle di Bassano, Montebelluna, Conegliano e Belluno che si trovano in zona sismica 2».